lunedì 2 aprile 2007

Prima missiva da Shanghai

Riassunto degli antefatti:
il nostro (tale Ludovico Centis, aka il redattore di codesto blog), dopo una proficua sosta in quel di Londra, dove al V&A museum ha potuto particolarmente apprezzare i calchi in scala 1:1 di numerosi nostri italici gloriosi monumenti, tra cui la sempreverde colonna traiana sita in Roma, e la mostra dedicata alla cantante aussie Kylie Minogue (notevoli i post it fucsia a forma di cuoricino su cui lasciare le proprie impressioni sulla mostra), si è imbarcato da Gatwick verso Hong Kong,giungendovi il 27 marzo A.D. 2007, ore locali 15.40.Temperatura al suolo 30°, umidita 99,6% circa, nebbia tipica dell pianura rodigina.Il nostro si è quindi recato tramite apposito pulmino all'ostello dove ha alloggiato per due giorni, situato in cima ad una collina nell'isola di Hong Kong.
Gran vista panoramica verso Kowloon e le altre isole dell'arcipelago. Camere accettabili, turbina spara aria condizionata direzionata direttamente verso i dormienti alquanto malefica. Da segnalare anche il primo e indimenticabile approccio con la guida spensierata degli impavidi autisti locali, in particolare lungo l'angusto e tortuoso sentiero/strada che porta dalla città verso l'arcadica collina.Durante la giornata successiva il nostro ha passato la mattinata nella galleria di Wallace, architetto di Hong Kong conosciuto in precedenza fra la pampa e il Rio della Plata. Lungo ed interessante colloquio (o meglio, sorta di intervista) riguardo le sue opinioni sulla attuale situazione urbana e sui possibili sviluppi futuri della Cina e delle sue aree metropolitane. In seguito il nostro si è dedicato a girovagare per la città, in particolare a Kowloon e nel denso
tessuto storico della città di Hong Kong, rivelatasi decisamente affascinante. La serata ha visto poi Ludovico ed un suo concittadino (Luigi) che lavora in città da alcuni anni godere di un'ottima ed abbondante cena in un ristorante balinese, spostandosi poi nei locali dell'affollato centro storico, cuore della vita notturna di Hong Kong, in palese subbuglio per l'imminente inizio di uno dei più grandi eventi dell'Asia intera, ovvero il Rugby Sevens.

Tralasciando gli sviluppi della serata, passiamo ora alla giornata seguente, quando il nostro ha ben pensato di dirigersi a Shanghai in treno, 25 ore di viaggio in vagone letto da sei posti, condiviso con la caratteristica famiglia Meng da Shanghai, accanita consumatrice di cibi liofilizzati ringalluzziti da abbondante acqua bollente (a quanto pare ogni cinese ne porta sempre una scorta con sè) e giocatrice di carte, in particolare di un gioco autoctono fatto con le nostre carte da poker dalle regole imperscrutabili ad occhio italico.Il motivo principale per cui Ludovico si è sorbito 25 ore di treno è per avere l'opportunità di osservare più da vicino (per quanto un viaggio in treno lo permetta ovviamente...) l'eterogeneo panorama e paesaggio cinese, cosa che un più comodo viaggio in aereo avrebbe impedito. Creduto probabilmente un pazzo o una spia occidentale dai divertiti compagni di viaggio cinesi, il nostro ha passato lunghe ore al finestrino, scattando innumerevoli foto (oltre 500 per quanto mi ricordi, anche il più solerte giapponese a Venezia probabilmente ne avrebbe scattate meno) ed osservando i diversi e spesso stridenti aspetti della Cina contemporanea, dove risaie e campi arati ancora con i bufali si alternano ad immensi insediamenti industriali, moderni grattacieli sono seguiti da grappoli di case rattrappite, ampie autostrade sono percorse da moto scalcagnate tanto quanto la leggendaria Poderosa del Che, frammenti di ricchezza sembrano atterrati in un mondo ancora alle soglie dei moderni e opulenti stili di vita.Verso le quattro di pomeriggio del 30 marzo il nostro è giunto alla stazione dei treni di Shanghai, dove lo sveglio Roger Meng ha indottrinato il potenziale pollastro italiano su quali taxi rigorosamente modello Volkswagen Santana fosse meglio prendere (i verdi, bianchi, gialli e azzurri sì, i rossi ed i blu meglio di no, e chi ha orecchie per intendere intenda). Ludovico ancor oggi scruta con fare circospetto la strada in cerca del taxi dal colore giusto,sarà
superstizione o creduloneria, ma non si sa mai.

Giunto alle porte del Campus dell'università Tongji, il nostro è stato accolto dalla graziosa Duan, che dopo rapido tour del campus ha portato il nostro alla reception del palazzo che lo ospiterà per tre mesi. Lì Ludovico ha espletato le usuali prassi di registrazaione, ottenendo la tessera per la sempre-ricca-di-lezioni-di-vita mensa (probabilmente a breve verrà postato un apposito paragrafo, ora non chiedete troppo al già provato redattore), ed ha incontrato Manuela, la ragazza sarda che come lui svolgerà qui una ricerca per tre mesi e imparerà molto dalla mensa.Entrambi i nostri dispongono di dignitosa camera singola con bagno, al piano 11 e 12 dell'edificio dedicato agli studenti stranieri. Fra gli ultimi numerosa la rappresentanza dei nepalesi, che come tutti sapranno ultimamente non ne possono più del loro re ed a breve avranno un referendum per decidere che fare di lui.Notati poi fra i vari: teutonici e francesi copiosi, bulgare, zambiani, giapponesi, indiani, spagnoli e chi più ne ha più ne metta. Prima serata passata presenziando ad un simpatico party informale con beveraggi forniti dalla comunità nepalese. Giornata seguente (sabato) passata con un'inaspettata e preziosa
guida, Wang, che esibisce una discreta padronanza dell'italiano, imparato in soli due mesi in quel di Pechino.Onestamente il primo impatto con la città è stato un pò deludente: innumerevoli ammassi di torri di scadente qualità, quartieri per turisti ricostruiti di recente in presunto stile tradizionale, aria a dir poco irrespirabile (il campus in questo è un 'isola felice). Di questa prima escursione salvo decisamente solo due cose: un antico tempio taoista nel cuore della città, ricolmo di statue in ceramica dei protettori (ce n'è uno per ogni anno cinese in cui si è
nati, ho trovato anche il mio, anche se il migliore rimane quello con le orecchie da coniglio), e il Bund, altezzosa ma elegante parata costruita sul lungofiume dalle compagnie occidentali presenti a Shanghai nella prima metà del Novecento. Incerta la prima impressione riguardo la nota enorme trasformazione urbana di Pudong: pur rimanendo stupiti dalla velocità e volontà con la quale un'area così ampia è stata costruita, l'impressione purtroppo resta quella di un'occasione persa in termini di qualità degli edifici realizzati. A prescindere dalla notissima Pearl tower (a quanto pare nei paesi dell'Est la torre con sfera ha sempre attratto gli architetti, vedi Mosca e Berlino), solo il Jinmao Building realizzato da SOM e la torre di Kohn, Pedersen
e Fox in via di costruzione sono grattacieli con un'evidente e apprezzabile qualità.Il tour giornaliero si è concluso nella Piazza del Popolo, impressionante per la sua dimensione e magniloquenza, ancora di scarso livello gli edifici ad essa prospicienti (escluso il teatro recentemente realizzato).

La serata di sabato ha però consentito di rivalutare decisamente alcuni aspetti della città: un lungo viaggio in taxi verso la ex concessione francese, destinazione un ottimo ristorante giapponese, ci ha permesso di cogliere il grande fascino notturno di Shanghai: la città cambia repentinamente pelle, da mediocre ammasso di calcestruzzo diventa una scintillante metropoli, attraversata da enormi tangenziali che amplificano l'esperienza dello stupefatto
novellino italiano (probabilmente anche la velocità degna di un kamikaze del tassista ha aiutato...).La serata, che ha visto come mattatrice la vulcanica Sabina, si è svolta poi fra una lauta cena alla presenza di una multietnica compagnia al ristorante giapponese, un piacevolissimo viaggio in sidecar (sidecarro usando un linguaggio autarchico) dal ristorante ad un appartamento in un'altra zona della città, dove si stava svolgendo un'affollatissima festa di compleanno di un italiano, e la discoteca Attica, situata nei piani alti di un palazzo sul Bund, con
magnifica terrazza con vista mozzafiato su Pudong e discreta musica house, frequentata in larga parte da occidentali.Domenica pantofolaia. Consuete lezioni di vita alla mensa ed ottime letture la sera (Benjamin per gli interessati).La giornata di oggi (lunedì) ci ha visto alle prese con il primo bucato presso le autoctone lavatrici, l'odissea per richiedere l'adsl in camera e la
ispirata(...) stesura di questo testo. Tutto questo nell'attesa dell'imminente incontro che ci attende con il professor Lou alle 17 ora locale.

Le foto giungeranno a breve...

Ludusc

2 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Ludovico,

grazie per l'ottimo e divertente report. Sono curioso di conoscere le prossime puntate.

Marco

Valutare il progetto ha detto...

Ludovico

ho davvero amato il viaggio con te e la famigliola nelle 25 ore di treno.
Conto sulle prossime puntate.

Ezio